mercoledì 30 gennaio 2013

San Valentino, cuoricini a crochet




San Valentino?

Una festa che non ho mai considerato e che avrò festeggiato due o tre volte nella mia vita...diciamo dai 18 a 20 anni.

Eppure chi di noi può dimenticare la magica emozione dell'innamoramento...le cosiddette "farfalle nello stomaco"...l'energia incredibile che ci faceva camminare venti centimetri oltre il suolo e la gioia di sentirci speciali?

No non si può dimenticare e anche se, ora, è un giorno come un altro e tutto ciò che vogliamo è un po' di serenità da passare con chi amiamo che sia un uomo, un figlio, un genitore o persino un pelosetto,
cerchiamo di vedere il mondo, almeno per un giorno con gli occhi "a cuoricino" per "rimembrare" ancora 
quando gioventù splendea nei nostri volti innamorati!


cuori a crochet
cuori di lana a crochet
cuori di lana a crochet
cuori di lana a crochet

Ho visto questi cuoricini di lana all'uncinetto su Gatherings, un magazine online , ed ho pensato che fossero perfetti per il mio progetto di oggi: delicato e di facile esecuzione anche se, lo schema proposto, a mio parere, non è perfettamente interpretabile.


Gatherings

Carini come chiudipacco o come decorazione innumerevoli occasioni.

Con questo post partecipo a 

San Valentino secondo noi




Ecco l'elenco delle partecipanti


lunedì 28 gennaio 2013

Effetti speciali



Il sole del pomeriggio che cala è sempre un gran bel soggetto fotografico, qui non abbiamo mare nè laghi, la montagna non è vicinissima anche se, nelle belle giornate, la corona delle Alpi è uno sfondo meravigliosamente imponente.
Ma i colori meravigliosi del tramonto, possono benissimo "baciare" una delle stazioni più moderne d'Europa:
Torino Porta Susa
rendendo magico persino questo esempio di architettura contemporanea.


tramonto a Porta Susa
Tramonto a Porta Susa
sunset bw


So che, probabilmente, non amate questo genere di costruzioni ma, devo dire, che, a me questa stazione piace...queste volte vetrate piene di luce ricordano le vecchie gallerie delle stazioni ottocentesche, e persino le gallerie coperte che si trovano nelle nostre città...
gli spazi anche grazie ai giochi di luce sono davvero spettacolari e io, nel mio piccolo, ho cercato di riprenderli al meglio.




Vi auguro un buon inizio di settimana

Mari



venerdì 25 gennaio 2013

Vintage - questo conosciuto?

Dopo il post sullo stile shabby chic della scorsa settimana, mi è stato chiesto, da una gentile amica, di scriverne uno sul vintage.

Non sono un'esperta ma posso provare ad esprimere alcuni concetti che mi paiono fondamentali.
Si tratta di una parola francese, da pronunciarsi con l'accento sulla a, ma che visto l'appropriarsene della lingua anglosassone spesso viene pronunciata, anche da me con l'accento sulla i.

Deriva dal francese antico vendenge, che si rifà al latino vindemia, e che si può genericamente tradurre come "d'annata" o d'epoca. (Wikipedia)

Ed infatti, secondo me, si può definire vintage, tutto ciò che ha caratterizzato un'epoca, un periodo storico, e non è più in produzione o non è più "di moda".

Ad esempio, un abito con le "spallone" anni '80 è un abito vintage, perchè chiunque lo attribuirebbe, inequivocabilmente, a quel periodo storico che è definitivamente passato.



Olivetti lettera 22
vintage tapewriter
vintage tapewriter



E' un termine che, inizialmente, abbinato più che altro alla moda e ai migliori prodotti di un determinato decennio, ma, ormai, nell'uso comune,  è usato per definire tutti i prodotti del recente passato che lo hanno appunto caratterizzato.

Un auto, uno scooter, una fotocamera, una lampada, un elettrodomestico,un divano, un paio di occhiali, un macchina per scrivere...un oggetto che chiunque può datare con una certa precisione, può essere definito vintage che quindi può essere anche tra dotto come datato.
Ma non con un'accezione negativa perchè preferibilmente si dovrebbe definire vintage proprio
 un oggetto "cult" o di pregio o se  ha acquisito valore proprio per la sua specificità o, magari unicità.


cappello degli anni '60



Credo che però non si vada oltre gli ultimi 100 anni...più indietro si sconfina nell'antico e nell'antiquariato.

Un abbraccio

Mari


mercoledì 23 gennaio 2013

Fotografia architettonica




La fotografia architettonica è un genere che non amo particolarmente, perchè ho sempre preferito la fotografia d'interni, i ritratti e lo still life.
Tra l'altro non possiedo una reflex a pieno formato nè un'obiettivo grandangolare, nè tanto meno un obiettivo decentrabile.

Probabilmente questi termini tecnici per molte di voi saranno arabo ma, tutti avrete notato che, con qualunque  fotocamera, per poter far entrare un edificio grande in un inquadratura siete costretti ad inclinarla e questo, porta ad avere una distorsione dell'immagine, detta distorsione prospettica che da limpressione che l'edificio stia cadendo all'indietro.

Ci sono foto bellissime che sfruttano proprio queste distorsioni ma, se non sono volute e ricercate, possono essere molto fastidiose.

In tutti i casi, per farla breve, anche se non è una definizione estremamente corretta e precisa, ci sono obiettivi che riescono a riprendere ampie porzioni di una scena ma che danno la sensazione di essere lontani dal soggetto della fotografia (i grandangolari) e obiettivi che sono in grado di inquadrare solo una piccola porzione di ciò che il nostro sguardo abbraccia ma che danno la sensazione di avvicinare il soggetto (i teleobiettivi).

Dopo tutta questa "tiritera" che vi avrà annoiato alquanto, vi mostro qualche fotografia architettonica che ho scattato sempre a Torino durante le vacanze di Natale


Torino-Galleria San Federico
Torino-Galleria San Federico


Torino - Galleria San Federico
Torino - Galleria San Federico

Questa fotografia mi ha ispirato non solo la trasformazione in bianco e nero ma anche il suo "invecchiamento"...infatti mi ha dato proprio l'idea di una fotografia d'epoca.
I miei esperimenti continuano...


Torino- Galleria San Federico filtro lastra antica

Cosa ne pensate?


Torino Testa di Medusa
Torino- Testa di Medusa, particolare della cancellata di Palazzo Reale
Di tutt'altro genere una delle Teste di Medusa  della cancellata di Palazzo Reale...


Torino Chiesa di San Lorenzo
Torino Chiesa di San Lorenzo
o la cupola del Guarini della Chiesa di San Lorenzo, dove i colori la fanno da padrone

Vi lascio con una bella veduta di Piazza San Carlo con le due chiese "gemelle".


Torino Piazza San Carlo
Torino Piazza San Carlo


Un abbraccio

Mari


Parecipo al Linky Party di
Dear Little Red House




lunedì 21 gennaio 2013

Torino - Gelateria Pepino



Fino a un paio di anni fa ogni tanto mi prendeva la voglia di "fare un giro in città"...così al mattino prendevo il mio bell'autobus che dopo un viaggio anacronisticamente avventuroso e lungo, vista la vicinanza del mio paesello dalla metropoli, in circa cinquanta minuti mi portava nel centro di Torino per un po' di shopping o anche solo per una bella passeggiata.
Invece ora, nonostante un servizio ferroviario molto più comodo ed efficiente, anche se più costoso, mi muovo raramente e solo se sono motivata.
Ma, durante le vacanze natalizie ho incrementato la mia media visite in città grazie alle amiche bloggers.
Prima di Tutto una bella puntata, con Cinzia, alla Gelateria Pepino, perchè la mia carissima amica era la fortunata vincitrice di un panettone artigianale ripieno di semifreddo al gianduia.






Pepino è la gelateria storica per eccellenza a Torino, ubicata nel cuore della città di fronte a Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento italiano e di fianco al famosissimo Museo Egizio.
Fondata nel 1884 da un pasticcere napoletano trasferitosi a Torino, in breve diventa la fornitrice ufficiale della Real Casa ma è il 1939 l'anno fondamentale per la storia di questo famosissimo marchio e anche per la storia del gelato.

"Il 1939 rappresenta un anno fondamentale per la storia aziendale. Dopo una lunga fase di esperimenti e studi a riguardo, viene finalmente brevettato (brevetto N. 58033) e commercializzato il

primo gelato ricoperto su stecco al mondo

il Pinguino®

. All'epoca un Pinguino costava 1 Lira, proprio come il cinema "con 2 Lire si comprava gelato e si andava al cinema". "

dal sito ufficiale

Entrate, siamo state catapultate nell'atmosfera ovattata e rarefatta dei tempi che furono, quando le "madamin" torinesi si ritrovavano per un té o una cioccolata accompagnata da dolcetti e semifreddi di rara squisitezza.


chandeliers
tè delle cinque



Ed anche noi, siamo state omaggiate di un assaggio di pangelato (gelato al panettone) e intrattenute da una raffinata signora canadese molto compita e molto "english style".
E' stato davvero un modo delizioso per terminare il pomeriggio, peccato che il treno del ritorno incombesse.

Cinzia ricordati che il panettone è nel mio congelatore e aspetta te e Massimo.

Con affetto

Mari




venerdì 18 gennaio 2013

Shabby chic - facciamo un po' di chiarezza



Nonostante il successo dello stile shabby chic in Italia mi accorgo, frequentando soprattutto FB che c'è ancora moltissima disinformazione e confusione.
Non voglio arrogarmi il diritto di maestra ma,"frequentandolo" da una quindicina d'anni e dopo aver scritto anche un libro sull'argomento  ( La Magia del Bianco con la mia a mica Cinzia...per chi ancora non lo sapesse), ritengo di avere almeno un pochino di esperienza.



Hwitur Lakkris




Intanto credo che ormai tutti abbiano capito che shabby significa trasandato od usurato e va da se che, quindi, ci si riferisca a qualcosa di vecchio e che mostra i segni della sua anzianità e che, di conseguenza, sia molto labile il confine con il vintage e il brocante.


Hvitur Lakkris



Non ci sono regole ferree per stabilire cosa è shabby chic da cosa non lo è ma sicuramente l'effetto deve essere sbiadito e fanè e quindi è inevitabile che il giallo sole, il rosso fragola o l'arancione tipico degli oggetti e degli arredi anni '70 non possono essere shabby chic.
Si predilige la patinatura bianca ma si può sconfinare nel grigio e, localmente, nei colori pastello (non uniformi) ma nulla di troppo vivace o chiassoso.


Froken Knopp


Un distinguo è anche da fare tra shabby chic e in "stile shabby chic".
La credenza decò degli anni '20 che ho patinato di bianco e che presenta magagne  dovute alla vecchiaia solo evidenziate da tale patinatura è shabby chic, la bella credenzina acquistata in un negozio locale una quindicina di anni fa con la sua finitura "finto usurato" e le ante da conigliera non è shabby chic ma in stile shabby chic.



Photos by me



Credo sia chiara la differenza, ad esempio, una consolle dorata del '700 è rococò
la mia consolle dorata degli anni '50 era una riproduzione in stile rococò... ma avendo perso la doratura e presentando ammaccature (dimostrando insomma la sua anzianità) e avendo avuto la sua bella patinatura bianca ora è shabby chic.


Photos by me


Lo stesso discorso si può fare per tessili e complementi.
Vecchi corredi, asciugamani di lino consunti con cifre e ricami,sacchi di farina vintage sono shabby chic
e se uso questi oggetti per cucire un cuscino o una borsa o un paralume ho creato un oggetto shabby chic, ma una ghirlanda di feltro con cuori viola o una lampada a quadrettoni (anche chiari) con fiorelloni di tessuto non sono shabby chic e neppure in stile shabby chic come non lo sono i tessuti lucidi tipo raso e satin o similari.


credits



E' intuitivo che una bella cucina bianca si adatti meglio ad un ambiente shabby chic di una in ciliegio, in rovere o in laminato rosso lucido, ma le cucine componibili di nuova produzione (tipo Minacciolo) o anche le cucine nuove di Ikea sono solo in stile country chic e non sono shabby chic...insomma non tutto ciò che è bianco è shabby chic.



Pinterest



Se trovassimo le vecchie cucine con credenze e vetrine, magari degli anni '30-40 o usassimo un legno di recupero avremmo una cucina shabby chic o almeno in stile shabby chic, ma le cucine laccate bianche  che si vendono normalmente sono assolutamente e inevitabilmente country chic.
Non voglio dilungarmi troppo (credo di essere stata già abbastanza noiosa così)...ma ogni tanto urge un po' di chiarezza.
Un abbraccio

Mari

Se volete saperne di più, acquistate il libro che ho scritto insieme a Cinzia
sullo stile shabby chic in Italia

potete visionare una piccola anteprima QUI








mercoledì 16 gennaio 2013

Elogio dell imperfezione



Ho pensato mille volte di scrivere un post così e cento volte lo avrò iniziato ma poi non ho mai saputo o osato finirlo nè, tantomeno, pubblicarlo.
E poi, ieri pomeriggio mentre ero indecisa su cosa scrivere mi è arrivata la newsletter di Christina Greve, una bravissima fotografa danese che seguo con piacere.

I suoi ritratti perfetti, la sua sicurezza, il suo successo fanno pensare ad una persona "arrivata" ad una persona sicura che guardi tutte le altre dall'alto in basso, da una "torre d'avorio" dove dispensare post che fanno sognare  uno stuolo di ammiratori adoranti...e invece, ha scritto (riassumendo):






 " Ho pensato molte volte di smettere di bloggare, spesso passo ore a scrivere un post che mi sembra stupido e banale, quando qualcuno si cancella dal mio blog o dalla mia newsletter mi chiedo dove ho sbagliato e mi chiedo se alle persone possa davvero interessare ciò che ha da dire una vecchia e grassa signora (anche se lei non è nè vecchia nè grassa).
Ma poi mi dico che la gente dovrebbe preferire che io sia me stessa, che mi mostri per quello che sono con i miei difetti...perchè la perfezione non esiste ed essere imperfetti non impedisce affatto di essere amati o di avere successo e che, chi davvero apprezza come sono, mi seguirà comunque, anche faccio errori di ortografia o dichiaro la mia imperfezione"






Ebbene anche io ho sempre pensato che la perfezione sia solo un'illusione e che tutti abbiano qualcosa che non amano mostrare della propria vita, del proprio carattere o del proprio lavoro ma che ci si debba sforzare di essere sempre onesti, prima con se stessi per poi esserlo anche con gli altri.





Certo essere imperfetti non significa non sforzarsi di correggere ciò che è possibile correggere ma sentirsi aldisopra degli altri per superbia o anche solo per paura di confrontarsi è, a mio parere, un errore.

Christina, poi, ha esteso il concetto al coraggio di perseguire i propri sogni senza aspettare di avere tutto per poterlo fare; anche con una macchina fotografica scadente e un "blogghino" .blogspot si può iniziare un'attività fotografica professionale.

Certo lei ha un grande talento ed ha anche avuto fortuna probabilmente per me sarà molto più difficile ma perchè non provarci?


Mari




martedì 15 gennaio 2013

Alba rosata


Sono contenta che l'esperimento di trasformazione in bianco e nero di una foto in cui i colori erano una dei suoi punti di forza vi sia piaciuta.
Ha anche avuto un certo apprezzamento nelle community fotografiche di Google+ e la cosa non può che rendermi estremamente orgogliosa.
Oggi però torno alla normalità con la seconda serie di scatti che ho fatto, in compagnia di Cinzia, a 
Marina di Massa.
Con il tramonto ci siamo trovate lì per caso ed ero impreparata a scattare, ma cotanta bellezza ci ha dato l'idea di provare a replicare all'alba (l'altro momento migliore dal punto di vista fotografico).
Ci siamo informate sull'ora in cui sarebbe sorto  il sole e, nonostante il freddo umido e pungente, ci siamo alzate prestissimo per poter provare a riprendere usando le lunghe esposizioni.


Marina di Massa alba
Marina di Massa alba


Purtroppo abbiamo leggermente sbagliato l'orario ed era già troppo chiaro per impostare un tempo di scatto sufficientemente lungo da ottenere il totale effetto seta dell'acqua del mare.
Mi sono accontentata di questo...ma ci riproverò appena ne avrò l'occasione, anche se, abitando in Piemonte non sarà semplicissimo.


Alba sul molo




Di sicuro il pontile deserto con la luce rosata e la fila di lampioni mi da l'impressione di essere a mezza strada tra la California e un quadro metafisico di De Chirico.

Un abbraccio

Mari




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